La tradizione francese dell’Illuminismo sembra aver giocato un ruolo importante nello sviluppo della conoscenza archeologica in Francia ed Europa e tra la fine del XVIII e gli inizi del XIX secolo, quando, sulla scia delle scienze geologiche, si era andato intanto sviluppando lo studio dell’archeologia preistorica. Nata durante i due decenni cruciali 1830–50, la ricerca preistorica francese è stata concepita quasi interamente come una scienza naturale, attraverso l’analisi positivista dei resti. Dal punto di vista accademico la preistoria rientra nei primi decenni del XX secolo, tra le scienze naturali al pari della geologia; difatti, solo nel 1929 viene istituita la cattedra di preistoria al College de France, assegnata all’abbate Breuil.
Le figure femminili pioniere dell’archeologia in Francia sono legate all’analisi di contesti preistorici, tra cui ricordiamo Madeleine Colani tra le prime a ottenere un dottorato in scienze universitarie e statali, che le permetterà di entrare 1917 come assistente del servizio geologico, dove rimarrà fino al suo pensionamento nel 1927; e, un trentennio più tardi, Suzanne Raymonde de Saint-Périer che si dedica, insieme al marito René de Saint-Périer, allo studio delle grotte di Lespugne e di Isturitz. Queste studiose, come anche Germaine Henri-Martin, Maitre des recherches CNRS 1963, e Suzanne Cassou de Saint-Mathurin, allieva e collaboratrice dell’abate Breuil a partire dal 1932, e ricercatrice insieme a Dorothy Garrod per lo studio delle caverne della Palestina, sviluppano le proprie ricerche a partire da ambiti disciplinari legati alle Scienze Naturali, alla Paleontologia e alla Geologia. Anche Marie-Henriette Alimen, prima donna ad essere ammessa alla Scuola Normale Superiore nel 1922, completa la sua formazione con una “license” in Scienze Naturali e una Tesi di Dottorato in Scienze nel 1936. Le figure femminili legate alle discipline preistoriche si concentrano in questa fase sullo studio stratigrafico dei siti di loro interesse, sviluppando metodologie di studio e catalogazione dei reperti materiali, tra cui industria litica e arte rupestre, attraverso ambiti disciplinari diversi.
Se per l’archeologia preistorica agli inizi del XX secolo, la formazione accademica, e poi la carriera universitaria, riguardava ambiti disciplinari attinenti alle Scienze Naturali, va detto che lo studio delle discipline antiquarie in Francia è già attivo a partire dal 1665, con la fondazione l’Académie des Inscriptions et Belles-Lettres come sezione dell’Institut de France, che darà avvio alla definizione nei secoli successivi dell’École des Annales. Si andavano formando gli interessi scientifici alla base degli ambiti disciplinari della ricerca archeologica tra il XIX e il XX secolo, con la definizione del primo corso pubblico di archeologia in Francia, all’inizio del XIX secolo presso il “Cabinet des médailles de la Bibliothèque nationale”. Nel 1831 il secondo corso di archeologia è presentato al Collège de France con la cattedra di egittologica creata per Jean-François Champollion. La spinta decisiva allo sviluppo degli studi di egittologia e archeologia orientale fu data dalla campagna militare di Napoleone in Egitto, con la conseguente scoperta nel 1799 della Stele di Rosetta.
Questo ambito disciplinare vede la presenza di studiose femminili già a partire dalla fine del XIX secolo, con gli scavi in Persia di Jane Dieulafoy, appassionata di storia e archeologia, considerata tra le pioniere dell’archeologia di Francia, soprattutto per il forte temperamento, nonostante non avesse seguito nessun tipo di formazione accademica o scientifica. Nei decenni successivi Jacqueline Perenne ottiene una license in filosofia e poi in filologia e storia orientale e dedica il suo lavoro di ricerca all’Arabia del sud, continuando le ricerche a sostegno della sua cronologia con supporti epigrafici fino al 1961. Figura fondamentale per l’archeologia orientale è l’egittologia, Christiane Desroches-Noblecourt, prima donna ad essere ammessa all’Institut Français d’Archéologie Orientale (IFAO), e anche la prima a guidare uno scavo archeologico nel 1938, a cui si deve l’intervento di conservazione degli antichi templi nubiani dall’allagamento causato dalla diga di Assuan.
Nonostante la grande eco del movimento femminista in Francia con Simone de Beauvoir, le donne pioniere dell’archeologia iniziano tardi il loro percorso di ricerca; tra queste chi ha la possibilità di intraprendere gli studi accademici si avvicina alla materia spesso per seguire i propri mariti o per proseguire le ricerche dei propri padri. Bisognerà aspettare la fine della Prima guerra mondiale, momento in cui le scienze sociali iniziano a espandersi intorno a L’Année sociologique, con la creazione de Les Annales e il relativo sviluppo dell’archeologia classica con una maggiore apertura del mondo accademico francese anche alle figure femminili.
Progetto
World Woman Archeology
Scheda
BIBLIOGRAFIA:
- A. Coudart, Archaeology of French women and French women in Archaeology, in M. Diaz-Andreu- M.L. Stig Sorensen (a cura di) Excavating Women. A history of women in European Archaeology, 1998, pp. 60-78.
- A. Lehoërff, L’enseignement de l’archéologie en licence dans les universités françaises, in Les nouvelles de l’archéologie, 115, 2009, pp. 57-64.
- A. Schnapp, La crise de l’archéologie, de ses lointaines origines à aujourd’hui , in Les nouvelles de l’archéologie, 128, 2012, pp. 3-6.
- A. Schnapp et alii, L’archéologie aujourd’hui, Paris 1980.